giovedì 20 novembre 2008

ALESSIO E LA SUA PRIMA VOLTA A SPINNING

Si inizia sempre con una piccola pre lui è stato un di quelli che ha avuto la fortuna di partire alla grande. Speriamo lo sia per tutti quelli che iniziano una nuova avventura di pesca.

Un saluto, dal vostro blogger

nando

lunedì 17 novembre 2008

SERATA NOTTURNA MORMORA

Purtroppo non tutte le serate sulla spiaggia in cerca di mormore vanno sempre bene, e come tante altre volte dobbiamo accontentarci di una bella serata passata tra amici,
Di quelle belle serate pero ci rimangono sempre le foto che hanno un valore molto piu alto di una mormora , come queste:

venerdì 7 novembre 2008

TREMOLINA


Tremolina:validissima esca per tutti I tipi pesci,è particolarmente indicata per la pesca a fondo o di buca,non disdegnando la cattura dei cefali in acque salmastre o nei porticanale.
Innesco
: attraverso tutto il corpo partendo dalla testa o a grappolo.
Per le prede più piccole va innescata a pezzetti.

Ami consigliati
: discretamente sottili e leggeri a forma Aberdeeno Crystal.
Di tipo robusto per l'innesco a grappolo.
Periodo ottimale di pesca: tutto l'anno, sia notturna che diurna.
Temperatura di conservazione
: da +8° a +12°

OLOTURIA


Gli oloturoidei vivono a partire dalla zona di marea finoa elevate profondità e sono presenti prevalentemente sui fondi duri o sedimentari. Scavano nel fondo molle, Le specie sono molto frequenti sui fondi misti e/o con sedimento grossolano.
La loro raccolta viene effettuata a mano , con maschera e pinne. L'utizzo dell'oloturia nella pesca risale a molti anni fa.
l primi ad utilizzarla sono stati i pescatori di paiamito che trovando l'oloturia in natura non dovevano spendere nulla per innescare i loro attrezzi da pesca, Dai paiamiti si è passati poi al boentino e successivamente nella pesca da terra, in special modo quella dalla spiaggia.
Per la pesca vengono utilizzate sia le oloturie dette " nere " (quelle di basso fondale) che quelle " bianche quelle di alto fondale).
La parte da innescare di una oloturia è la membrana interna quella attaccata alla corazza.
Questa viene privata dall'animale attraverso una operazione non delle più semplici.
Per prima cosa dovremo con un cutter tagliare i lati dell'oloturia e successivamente incideria aprendola in senso longitudinale.

GAMBERETTO


GAMBERETTO (IN BARLETTANO U SALIPCE)
Il gambero è essenzialmente un'esca da banchina portuale, più spesso utilizzata con bolognesi e galleggiante, ma che può dare risultati insperati cacciando la spigola con canne a fondo. Generalmente la pesca sotto banchina si effettua quando la profondità dell'acqua supera i 5 metri, ideale è quella che oscilla tra gli 8 e 12 metri, mentre se la zona fosse di basso fondo converrà lanciare la lenza più distante.
L'esca rasente la banchina può essere collocata a pochi centimetri dal fondo o mantenuta sollevata di alcuni metri, in quanto le spigole si spostano a tutte le altezze in cerca di cibo.
Per questo motivo è preferibile avere in pesca almeno tre canne per poter distribuire le esche a profondità diverse.
Altro particolare molto importante è quello di allentare la frizione del mulinello perché l'abboccata della spigola è molto violenta tanto da poter trascinare la canna in acqua. Se una spigola di dimensioni rilevanti abboccasse alla nostra lenza, dovremo concederle tutto il filo che vuole, soprattutto all'inizio, perché è proprio nel primo momento che l'animale sprigiona tutta la forza di cui dispone.
In un secondo tempo starà a noi controllare al situazione portando la spigola senza fretta nei pressi del guadino. In mancanza di altre esche il gambero fresco sgusciato, innescato e consolidato con abbondanti giri di filo elastico ci può regalare qualche pesce senza limiti di peso o di tipo.

CANNOLOCCHIO

Un mollusco bivalve dalle caratteristiche senz'altro eccellenti e molto usato in mare è il cannolicchio, diffuso e abbondante nei bassi fondali e lungo le spiagge sabbiose dell'Adriatico centro-settentrionale e del Tirreno.
I cannolicchi si possono raccogliere facilmente nelle zone di bassa marea, impiegando un minuscolo arpione con il quale infilzarli ed estrarli dalle loro gallerie scavate in verticale e profonde fino a 25-30 cm.
I cannolicchi sono esche ottime per la pesca a fondo dalla riva, dalle scogliere e nei porti ad insidiare spigole, orate, saraghi, ombrine e mormore.
Si usano sia montati interi sugli ami, dopo aver tolto loro i due gusci, che tagliati a pezzi più o meno grandi.

IL BIGATTINO

BIGATTINO è’ un esca facilmente reperibile in tutti i negozi di pesca, al contrario di altre esche, ed il suo costo risulta essere relativamente basso.Inoltre, cosa fondamentale, molte specie ittiche gradiscono questa larva e sono fortemente attratte dalla pastura a base di bigattini, da quelle più ricercate come spigole, orate e saraghi, a quelle più comuni come muggini, occhiate e aguglie.
Il Bigattino può essere impiegato in mare con varie tec
niche di pesca, sia pescando in superficie o a mezz’acqua con il galleggiante, sia pescando a fondo (legering) con o senza un pasturatore.
Uno dei lati più interessant
i e affascinanti della pesca col Bigattino, è la necessità di utilizzare dei terminali di diametro molto sottile (0.08 0.10 0.12) ami piccolissimi (20 /14)e lenze leggere, per conferire massima naturalezza e libertà di movimento all’esca, il che ci obbliga ad un grande impegno tecnico per riuscire a salpare le nostre prede.conservazione:Il Bigattino può essere conservato in frigorifero ad una temperatura compresa tra 0° e 4°, evitando che all'interno del contenitore si formi umidità.

L'AMERICANO


Americano:
Corpo elastico e lucido di color rosa tendente al rossoin prossimita' della coda, grande potere attirante per la quantita' di sangue contenuta e per la sua vivacita'.Attrezzature:puo' essere lanciata con zavorre pesantissime, ideale per il surfcastingoe nella pesca a bolentino dalla barca. E' altamente catturante per tutti i pesci di taglia; eccezionale al tramonto per la pesca alla spigola.Innesco: innescato esclusivamente intero . E' consigliabile montarlo con l'ago.Ami consigliati: di forma Aberdeen,oppure forgiati con punta a rientrare.
In più
è Un verme tra i più impiegati nella pesca dalla spiaggia è il canadese o americano.
Esca molto robusta, e quindi in grado di reggere ai lanci Più esasperati il canadese è apprezzato un po' da tutte le specie ittiche ma in particolar modo dalla spigola e dal sarago.
La sua caratteristica primaria è quella di essere un verme particolarmente sanguinolento, mentre le sue dimensioni possono variare anche di molto, Si possono avere vermi adatti ad essere innescati interi con l'ausilio dell'ago ma anche esemplari da sezionare in due o più parti.
L'innesco del canadese deve sempre essere eseguito con un ago, cercando di non farlo svuotare del sangue, che è la sua principale attrattiva.
A differenza del bibi, difficilmente la sua "buccia" svuotata attira qualche pesce.
Quando si ha a che fare con vermi di taglia troppo consistente questi si possono dividere ottenendo il segmento di verme desiderato.
Per effettuare tale operazione senza svuotare il verme del suo contenuto, è sufficiente massaggiarlo nel punto dove vogliamo sezionarlo, esercitando una leggera pressione.
In questo modo il liquido interno migrerà verso la periferia.
Il verme va poi strappato e non tagliato con le forbici. Tenendo premute per alcuni istanti le parti recise, elimineremo il rischio di perdite di sangue.
Apprezzato da tutte le specie ittiche, l'impiego del canadese può avvenire nel corso di tutto l'anno, anche se è durante la stagione autunnale e invernale che si mostra particolarrnente catturante.
Trattandosi di un'esca sempre piuttosto consistente non dovrà essere inpiegata nella peschetta sottoriva al pesce minuto ma viceversa troverà il suo miglior campo d'azione nella pesca rivolta al pesce di taglia.

ALICI

Alice:
esca universale utilizzata tutto l'anno è un'esca molto grassa il suo odore attira un'enorme quantità di minitaglia ,la si può usare per pescare: Cefali, Spigola , Orata,Aguglie,la si usa a pezzetti o intera a secondo il tipo di pesce ,la misura dell'amo è in relazione al tipo di pesca effettuata.
La sardina in inverno perde una parte considerevole della sua efficacia,poiché l'olio contenuto nelle carni tende a solidificarsi a causa della bassa temperatura dell'acqua. Però non si può dire che un bell'innesco di montato a regola d'arte, non sia uno di quei bocconcini prelibati che la grossa spigola tanto desidera. Tuttavia per aumentare l'azione autopasturante offerta dalle carni grasse della sardina, occorre innescarla "rovesciata'.
Disponendo di sarde freschissime e di un comodo piano da innesco, si procede con lo spinare il pesce esca dopo aver reciso la testa .Poi si utilizza un grosso ago da innesco in ottone, alla cui estremità forata si fissa la punta dell'amo montato sul terminale. La sarda viene avvolta attorno all'amo, facendo in modo che la parte interna del pesce risulti esterna nell'innesco, con tutta la morbida polpa a portata di olfatto della spigola.

Naturalmente per completare l'innesco occorre ricorrere all'utilizzo del filo elastico, che consoliderà tutto il salsicciotto di sarda, passando e ripassando a spire incrociate tutto il boccone . All'interno dell'innesco si può anche posizionare un cilindretto di polistirolo aumentare la galleggiabilità del boccone e renderlo più svolazzante e sollevato dal fondo.
Un altro "cliente" della pesca con la sardina, durante il periodo invernale, è rappresentato dal famelico grongo, l'altro predone sempre in attività nelle ore notturne. Per contenere i danni dell'attacco del grongo, occorre confezionare una lenza morbida ma antigroviglio, con un terminale dello 0,30 , rinforzandolo con un tubicino di silicone bianco, piantato nella paletta lungo tutto il boccone, oppure utilizzando del monofilo trecciato del 28. Per aumentare l'effetto di richiamo della sardina, si può aggiungere sulla polpa del pesce esca dell'olio di sarda.Un altro piccolo trucco può essere quello di aromatizzare le sardine preventivamente sfilettate mettendole in un contenitore ben chiuso con sei o sette spicchi di aglio sbucciati, e tenendole in frigorifero per almeno una giornata: l'aroma di aglio rende ancor più irresistibile la carne della sardina.

IL CALAMARO

Il calamaro innescato intero è un eccellente boccone da presentare a squali (le verdesche ne vanno matte) ed a grossi pesci bentonici tipo gronghi, scorfani, ricciole e cernie. Usato a pezzetti o ancor meglio a piccole striscie di 2-3 cm. di lunghezza per mezzo di larghezza, il calamaro, grazie al suo aroma molto attraente può rappresentare l'«esca miracolosa» in quelle giornate nelle quali i nostri amici pinnuti si mostrano schizzinosi e snobbano qualsiasi altra esca gli venga posta davanti al muso. Il calamaretto ha nel suo piccolo le stesse caratteristiche, ma la sua polpa è sensibilmente più morbida e viene sfilata con una certa facilità dagli ami. Bisogna però notare che se da una parte la proprietà di essere tenera e molle riduce e complica l'utilizzo di una determinata esca, dall'altra la rende molto più appetibile e ricercata da qualsiasi pesce. Il "lumino" è un innesco efficacissimo con mare torbido.Si realizza rivestendo una starlite con una striscia di calamaro e, se ci sono dei gronghi in giro, riuscirete sicuramentea catturarli.

IL BIBI

Nome scientifico: Sipunculus nudus.
Il nome comune deriva dalla parola francese Bibì, che significa "cappellino da signora", ma è probabile che i pescatori francesi, abbiano avuto in mente qualcosa di più inerente alla sua forma. Gli americani, invece li chiamano "vermi arachide" (peanut worms). Si tratta di invertebrati affini agli anellidi, dai quali si distinguono per l'assenza di setole e segmentazione, la cui forma e fisiologia sono notevolmente influenzate dalla vita fossoria. Vivono, infatti, infossati nel sedimento fangoso o sabbioso ove formano galierie a volte rivestite di muco, mentre alcune specie occupano gusci vuoti di Gasteropodi e fessure tra rocce o coralli. Il corpo è munito di una proboscide estrofiettibile più sottile rispetto al tronco; all'apice di essa si apre la bocca circondata da tentacoli che si muove grazie a un sistema idraulico. Il bibi è diffuso negli oceani e in Mediterraneo. Può superare i 30 cm di lunghezza e scava buchi profondi fino a 50 cm nel fango e sabbia dal livello di marea fino a limitate profondità. Viene normalmente pescato con le turbosoffianti utilizzate per la pesca dei bivalvi e commercializzato come esca per la cattura di orate, saraghi, mormore e altri pesci "grufolatori".

IL MURIDDU (Marphisa sangúinea)


Il muriddu (Marphisa sangúinea il suo nome scientifico), conosciuto in certe zone delle coste tirreniche col nome di "bacone", è un altro verme marino molto usato nella pesca.
Questo anellide presenta un corpo più massiccio della sua simile, una colorazione rosso sangue tendente al bruno, ed assicura un'ottima tenuta sugli ami grazie alla notevole tenacità delle fibre muscolari. Risulta però meno mobile una volta innescato, sia intero che a pezzetti.
Rispetto alla tremolina, la cui capacità attirante è data dal notevole movimento che sviluppa appena montata sulla lenza, il muriddu risulta allettante soprattutto per via degli umori sapidi emessi dopo essere stato infilato sugli ami.
La lunghezza media del muriddu oscilla attorno agli 8-10 centimetri, ma esistono esemplari superiori ai 12 centimetri di lunghezza massima.
Il suo impiego trova spazio in tutti i sistemi di pesca ed essendo un anellide di buone dimensioni ricopre bene (lo si innesca trapassandolo a calza per tutta la lunghezza) anche ami piuttosto grossi.
E' appetito da tutti i piccoli e medi pesci bianchi di fondo e di mezz'acqua, ad iniziare dal saraghi, dal pagelli e dalle boghe.
Eccellenti risultati garantisce nell'ambito del surf-fishing rivolto a mormore e orate.
Il muriddu vive praticamente negli stessi luoghi colonizzati dalle tremoline. E', molto diffuso lungo le coste venete e romagnole e si reperisce con buona frequenza negli argini delle foci che sboccano su litorali bassi e arenosi, laddove al fango si mescolano strati di conchiglie e frammenti vegetali in decomposizione, i quali danno origine a stratificazioni di terreno color grigio nerastro.

Per trovare il muriddu occorre scendere molto in profondità, poiché questo verme scava gallerie sensibilmente più profonde rispetto alla tremolina. Normalmente è reperibile fra i 40 e i 70 centimetri sotto la superficie ma nel periodo più freddo dell'inverno raggiunge profondità ancora maggiori, in alcuni casi superiori al metro.
Per quanto riguarda la sua conservazione, è valido il discorso fatto parlando della tremolina, cambia soltanto la sostanza nella quale viene immerso e riposto nei contenitori (preferibilmente scatoline di cartone) necessari al trasporto. Si tratta di un substrato composto da fango e sabbia, da frammenti di conchiglie, da alghe e da pezzetti di legno decomposti raccolti nelle zone di scavo.
A temperature relativamente basse (non superiori 5-8 gradi), realizzabili ad esempio all'interno di un frigorifero oppure in cantina, questi anellidi possono mantenersi in vita per oltre un settimana.
Un innesco formidabile per questo anellide è costituito da un finale a due ami beack a filo fine del numero 7: il primo a trapassare la testa, il secondo a metà del corpo.Le orate in transito saranno vostre!

SALTARELLO COREANO


Il saltarello coreano unisce un'ottima consistenza ad un' eccezionale mobilità, caratteristiche che lo rendono adatto ad una buona resa sul fondo. Apprezzato da saraghi, occhiate e mormore, anche se il colore verde abbassa molto le sue qualità catturanti in acque torbide o ricche di alghe.
Questi vermi possono essere conservati in frigorifero nella scatola di cartone in cui sono venduti, a sua volta riposta in un recipiente di plastica a chiusura semi ermetica, tale da preservare l’umidità delle alghe in dotazione nella scatola. Se correttamente conservato lo si può mantenere in vita per settimane.

Innesco
Va innescato solo per pochi centimetri e a partire dalla testa, intero, lasciando un pezzo libero dall'amo oppure appuntato solo per la testa; nella pesca di piccoli esemplari invece, verrà suddiviso in pezzi.

Prede

E' un esca utilizzabile con quasi tutte le specie di pesci delle nostre acque.

L'ARENICOLA

Tra tutti gli anellidi che solitamente vengono usati per la pesca a fondo sicuramente l'esca regina è l'arenicola, ricercatissima ed apprezzatissima da tutti coloro che pescano su fondali sabbiosi o misti.

Si presenta come un verme di circa 25/30 centimetri di lunghezza e 13 millimetri di larghezza; nella gamma di colori che va dal rosso vivo al bruno, è presente, in diversa concentrazione, su quasi tutto il territorio italiano. Il suo habitat usuale e rappresentato da spiagge a fondale misto, ricche di fattori che possano determinare marcescenza quali posidonie o cozze che l'azione del mare deposita sul fondo creando le condizioni ideali per la crescita.

Dove cercarla
Sono proprio queste le caratteristiche che ci permetteranno di individuare una buona zona per procurarci direttamente l'arenicola. Raccolta che può avvenire tramite l'uso di una pala e di un setaccio, oppure in immersione, anche in solo mezzo metro d'acqua, "spolverando" il fondo agitando la mano nel tentativo indispensabile di scoprire interamente il verme dalla sabbia; un secchio con un dito di sabbia depositato sul fondo ci servirà per la raccolta. Quest'ultima operazione richiede sicuramente un po' di pratica, ma permette una ricerca mirata e, garantendo il recupero di un'esca integra, ci consentirà, attrezzandoci con gli acquari, di conservarla a lungo. Chi non disponesse di voglia o di tempo da dedicare alla ricerca sappia comunque che l'arenicola gode di tale fama che in pratica è reperibile nei negozi di pesca praticamente ovunque. Essendo un'esca molto delicata richiede ami leggeri dal 4 all'8 a sezione sottile, e fili di un diametro massimo del 25 (le esasperazioni di ami del 12 e nylon del 14 sono riservate ai garisti).
Come innescarla
L'innesco consigliato e' quello a calzetta, con l'arenicola che risale per qualche centimetro oltre il gambo dell' amo. Questo ci permetterà, sfruttando la leggerezza del finale, una presentazione del tutto naturale. Un secondo possibile innesco e quello a fiocco in cui l'anellide, più volte bucato, viene interamente raccolto a pallina sull' amo. E' sicuramente un'innesco a rapida dispersione di liquido ma delicato in fase di lancio, per questo più indicato per una veloce pesca di ricerca nel sottoriva. Il fiocco trova efficace applicazione anche in presenza di granchi, evitando, per quanto possibile, che le chele di quest'ultimi vadano ad intaccare il nostro sottile finale. Concludendo, l'arenicola è sicuramente l'esca generica per eccellenza, quella sicuramente preferita dai garisti quando si pesca in un mare ricco di mormore. Garantisce ottimi risultati con tutti i grufolatori anche di taglia (con l'orata sa essere micidiale), e sorprese con predatori quali le spigole

martedì 4 novembre 2008

OTTOBRE/NOVEMBRE MESE DELLA MORMORA

Tecniche di pesca :

La mormora si insidia con la classica pesca a fondo; l'azione di pesca può essere statica (con canna posizionata a terra in attesa delle abboccate) o dinamica (con continui richiami del piombo sul fondo effettuati con la canna e non con il mulinello). La sua cattura è possibile tutto l'anno, ma i periodi migliori vanno da maggio a ottobre. Le ore più redditizie sono quelle del primo mattino e quelle immediatamente precedenti e successive al tramonto.

Habitat

Diffusa in tutti i nostri mari, vive in prossimità delle coste e predilige i fondali sabbiosi e fangosi. Non si spingono mai a profondità superiori ai 25 o 30 m.e spesso pascolano in piccoli branchi. Non si distacca mai dal fondo dove cerca il cibo.

Esche

L'esca regina in assoluto è l'arenicola, ma vanno benissimo anche i muriddu, i saltarelli, la tremolina, il paguro e il cannolicchio e tutti gli anellidi in genere.

Tecnica di pesca

Preparata l'attrezzatura, non resta che attuare la tecnica vera e propria. La pesca, come già detto , si effettua nelle ore notturne, ma già al calar del sole è un momento in cui bisogna essere in pesca per sfruttare la prima accostata dei pesci. Caleremo le nostre canne a distanze diverse l'una dall'altra, magari cambiando spesso il peso della piombatura per effettuare lanci differenziati. Dopo il lancio dovremmo tendere bene la lenza, facendo piegare quasi totalmente il vettino. La toccata del pesce è a volte impercettibile, e non è raro che possa capitare il pesce allamato senza che questo abbia trasmesso un segnale qualsiasi sul vettino. Perciò, durante la pesca, conviene effettuare della traina molto lenta e di controllare spesso l'esca.

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